
Estate 2020: Welfare aziendale, batti un colpo!
Fase due: come sarà l’estate post emergenza Covid per le famiglie?
C’è il telelavoro forzato (non chiamatelo “smart”), il rientro in ufficio (e spesso in una situazione di forte stress e disagio), mentre i figli, quelli più piccoli, dovranno aspettare settembre per l’asilo nido e quelli più grandi dovranno trovare soluzioni creative per occupare il tempo libero.
I centri estivi? Sui territori verranno organizzati con forme, modalità, procedure e numeriche parecchio differenti agli anni passati.
I nonni?! Una salvezza, anche se ci eravamo detti di tutelarli un po’ in questa fase “post-Covid”.
COSA POSSONO FARE LE AZIENDE?
Difficile immaginarsi un unico rimedio – efficace e scalabile – che risponda a questa emergenza.
Tra le possibili idee ci sono soluzioni – in ambito educativo – attraverso le quali la famiglia può “comporsi” la propria risposta.
Una risposta in grado di integrare le opportunità messe a disposizione dall’azienda sia in termini di policy, che di contributi e iniziative, con i servizi educativi proposti – nel pubblico e nel privato – sul proprio territorio (per approfondire, visita questa pagina qui).
Adesso più che mai welfare aziendale e welfare territoriale hanno bisogno di integrarsi e dialogare per poter dare alle persone e alle famiglie una risposta il più possibile completa. Il pivot di questa integrazione e di questo dialogo può essere l’azienda.
E, rispetto ai servizi specifici, ecco che le soluzioni sono:
- un servizio di Ricerca & Selezione di babysitter, supporto per ricercare un/una professionista che stia coi figli, magari accedendo alle possibilità messe a disposizione dal Governo con il Bonus Babysitter;
- lezioni online dedicate alla costruzione del metodo di studio oppure focalizzate su chi deve lavorare su BES e DSA;
- design di mini-campus in spazi aziendali attraverso l’impiego di personale educativo e nel rispetto delle normative vigenti;
- sostegno ai collaboratori che hanno subìto, in modo particolare, il periodo di emergenza attraverso consulenze specialistiche con professionisti (psicologi, pedagogisti, counsellor, …) in grado di riportarli in una condizione di equilibrio.
Insomma, il welfare aziendale sarà una vera risorsa aggiungendo un po’ di complessità all’approccio standard dei c.d. flexible benefits, altrimenti, se pensiamo di risolvere tutto “staccando un voucher”… Adda passà ‘a nuttata!